venerdì 9 dicembre 2016

ADDIO AD ANTONIO PICCININNO, L'UTIMO DEI CANTORI.

E' morto nel pomeriggio di oggi, 9 dicembre 2016, in una clinica di Rodi Garganico, all'età di 100 anni il maestro Antonio Piccininno per tutti Zi Ntonj, ultimo componente storico dei Cantori di Carpino.

Con lui scompare un pezzo di storia della musica popolare garganica.

I funerali si svolgeranno sabato 10 dicembre alle ore 15 nella Chiesa di San Cirillo in Piazza del Popolo.

Dispiaciuti del fatto siamo vicini alla famiglia.

R.I.P.

venerdì 1 luglio 2016

ULTIMO SALUTO A MIMÍ, MASTRO TRABBUCCHISTA GARGANICO

1' Luglio 2016 

É in una calda giornata d'estate che ci ha lasciati Domenico Ottavianoper tutti Mimí, membro di una delle più antiche famiglie di costruttori di trabucchi del Gargano.

Da oggi Peschici e l'intero Gargano piange la scomparsa di un uomo ritenuto uno dei più grandi trabucchisti del Mezzogiorno.

Nato l'11 febbraio 1932, Mimì, ha dedicato la sua vita al mare: una passione che viene da lontano, ereditata dalla famiglia.

Sin dall'età di 15 anni si mise sulle orme di suo padre Carlo, figlio di Giovanni Battista, supervisore di uno dei primi trabucchi sorti nel Gargano.
Dopo un'esperienza lavorativa all'estero, in Canada, ritorna, con sua moglie Lucia sulla costa peschiciana esattamente nella Baia di San Nicola e decide di rimettere in sesto il vecchio trabucco custodito da suo padre.

Aprí un piccolo bar e succesivamente - come raccontano gli stessi Ottaviano - “vista l'insistenza dei curiosi vacanzieri che facevano visita al marito pescatore, la signora Lucia cominciò a cucinare i pesci del trabucco, un piatto d'orecchiette e le famosissime melanzane ripiene”.

Oggi il Ristorante "Al Trabucco  da Mimí" è diventato una meta per molti turisti da tutto il mondo e lo si deve al forte impegno di quest'uomo che ha difeso i luoghi del cuore e le tradizioni che poi ha trasferito ai suoi figli e ai suoi affezionatissimi nipoti, cresciuti al suo fianco

Oggi Domenico e Vincenzo gestiscono con altrettanta passione quello che di fatto è uno dei luoghi della costa garganica piú apprezzato in tutto il mondo.

DISPIACIUTI PER LA PERDITA DI UN GRANDE UOMO GARGANICO GLI PORGIAMO UN ULTIMO AFFETTUOSO SALUTO.

CIAO MIMÍ...




http://www.teleradioerre.it/peschici/100485/Peschici,-si--spento-il-grande-trabucchista-del-Gargano,-Mim-Ottaviano

giovedì 30 giugno 2016

UN INCENDIO DOLOSO DISTRUGGE IL TRABUCCO DI RODI GARGANICO

29 Giugno 2016

RODI GARGANICO
Un incendio di natura dolosa ha distrutto il Trabucco Rodi Garganico, l'unico Trabucco di Rodi, non più utilizzato come strumento di pesca ma trasformato il luogo della cultura e della condivisione.

In una nota il presidente del Parco del Gargano, Stefano Pecorella, definisce "vile" il gesto compiuto da persone non ancora identificate.
Si tratta - aggiunge - di "un attacco all'identità del Gargano".

Il trabucco, di proprietà del Comune, era stato ricostruito una decina di anni fa con fondi pubblici: non era più utilizzato per la pesca ma era una attrazione turistica della zona poichè rappresentava una importante traccia della storia e della cultura garganica.

Solo due cose sono infinite, l'universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima.
(Albert Einstein)


***

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2016/06/29/incendio-doloso-distrugge-trabucco-rodi_f9c3e3f0-4020-4a63-9911-3647366e5745.html

giovedì 18 febbraio 2016

ANTONIO PICCININNO, I PRIMI 100 ANNI DI UN CANTORE

18/02/1916 - 18/02/2016
Garganistan Blog in occasione dei 100 anni del cantore di Carpino,
Antonio "Zi Antonio" Piccininno, 
propone un intervista di Italo Magno fatta al longevo maestro anni fà.

***

INTERVISTA AD ANTONIO PICCININNO
ULTIMO CANTORE DI CARPINO
di Italo Magno
Carpino abita una collina vista lago e da lì ama perdersi a guardare lontano le vaste distese di uliveti. Arrivo con mia moglie in auto e ci fermiamo davanti all’ampia balconata del bar della piazza centrale, dove Alessandro Sinigagliese, un cordiale giovanottone dell’Associazione Culturale Carpino Folk Festival, ha stabilito il luogo dell’incontro.

E lì era ad attendermi Antonio Piccininno, l’ultimo erede dei Cantori di Carpino.

Appena mi vede, con tanto di block notes e registratore tra le mani, solleva dalla sedia le sue gambe lunghissime, per  mostrare una gentilezza nel volto e nei modi che riesce a metterci subito a nostro agio.

Gli dico cosa intendo fare e lui ci propone di appartarci su un gradone che percorre tutto un lato di quella sorta di terrazza antistante il bar. Ma io gli chiedo di andare più in là, dove può far da corona una bella rampicante fiorita. Però, prima di sederci gli scatto qualche foto. E lui non si fa pregare, mostrandosi già abituato a simili approcci.
Quindi pigio sul tasto del registratore per avviare l’intervista.


  • Senti Antonio, so che di solito ti rivolgono domande riguardanti i canti che tu porti in giro per il mondo. Io invece vorrei prima sapere qualcosa della tua infanzia.
Devi sapere che io sono nato il 1916 e a due anni ho perso la mamma ed il papà, morti per l’influenza spagnola. Così, rimasto orfano, fui affidato ai miei nonni materni. Ma i tempi di allora erano cattivi, c’era la fame, così a otto anni mi hanno mandato al bosco a guardare le pecore. Qui vi erano delle persone adulte che si tramandavano questi canti popolari. Erano solo canti orali ed io, non avendo altro da fare, passavo il tempo a cantarli, mentre guardavo le pecore. Quando poi sono diventato grandicello, ho lasciato il mestiere del pastore e mi sono dedicato alla coltura dei campi…

  • Come contadino o bracciante?
Come bracciante, perciò non stavo sempre in un posto, ma giravo per le campagne. Lì, a sera, si usava che quando un ragazzo s’innamorava di una ragazza faceva portare la serenata. Quindi quasi ogni sera venivo chiamato, ora per portare la serenata ad una ragazza, ora ad un’altra e siccome cantavo bene le richieste non mancavano. Mi chiamavano non solo i giovanotti in amore, ma anche ai matrimoni, al carnevale, durante la raccolta delle ulive, del grano, secondo le usanze della nostra zona. Così ci divertivamo.

  • A parte questo, c’erano allora nelle campagne di Carpino lotte bracciantili per la terra, per migliori salari, per migliorare le vostre condizioni di lavoro?
Eh, le cose allora non erano belle. Chi aveva qualche pezzo di terreno se lo teneva stretto, ma non dava molti soldi agli operai. Non avevamo luce, né acqua, che ci toccava prendere lontano in qualche campagna dov’e c’era.

  • Quindi voi non partecipavate alle grandi lotte per la terra, non conoscevate, ad esempio Giuseppe Di Vittorio?
No, no. Sentivamo parlare del suo impegno per i braccianti, ma da queste parti non si è visto.

  • A questo proposito, siccome Matteo Salvatore s’interessava nei suoi canti popolari soprattutto della situazione di oppressione nelle campagne e nei piccoli borghi rurali, mi vuoi spiegare quali furono i tuoi rapporti con lui.

Antonio Maccarone e Andrea Sacco
Io ho conosciuto Matteo Salvatore tramite Teresa De Sio. Abbiamo fatto pure dei filmati insieme e l’anno scorso c’è stata una serata in suo onore ad Apricena, a quattro anni dalla morte. Abbiamo cantato al teatro davanti a sua figlia e a tutta la popolazione. Ho cantato con lui non moltissime volte, in tutto una quindicina. Lui ha il suo repertorio, io il mio, che è prevalentemente d’amore.


  • Insomma i canti d’amore ti hanno accompagnato per tutta la vita?
Non per tutta la vita. Questi canti li abbiamo portati avanti fino all’inizio dell’ultima guerra mondiale. Poi gli uomini sono andati tutti via. Dopo la guerra ci siamo ritrovati col grammofono, la radio e più tardi anche con la televisione, per cui i nostri canti sono stati messi da parte. Ognuno si è lanciato sulla modernità e quindi il ricordo dei canti e delle povere musiche spontanee si è perso. Però io ed altri abbiamo sempre tenuta attiva la fiamma dell’antichità, fino a che non è venuto a trovarci un giorno un uomo di spettacolo di Bologna che ci ha scoperto. Poi sono venuti Eugenio Bennato, Teresa De Sio e De Simone di Napoli e tutti sono stati interessati ai nostri canti, si sono presi i testi, i nostri nomi, ci hanno fatto le foto e se ne sono andati.

  • Così è arrivato il successo…
Macchè. Per alcuni anni non li abbiamo più visti né sentiti. Dopo sette otto anni ci hanno chiamati e siamo andati a Milano. Dopo Milano siamo andati a Napoli, al teatro “De Filippo”. E finalmente si è rifatto vivo anche Eugenio Bennato e quando lo abbiamo visto lo abbiamo rimproverato perché dopo averci promesso tanto non si era fatto più vedere. Lui si è scusato e ci ha avvertiti che voleva portarci con lui a Roma. E per diverse volte abbiamo fatto su e giù da Carpino a Napoli e a Roma per esibirci. In questo via vai la gente ha cominciato a conoscerci ed hanno preso ad invitarci con Bennato o senza Bennato. Poi ci siamo allargati e siamo usciti anche fuori dall’Italia. Siamo stati a Gerusalemme, siamo stati a Nazareth, insomma, in tutti i posti più belli del mondo. Abbiamo anche cantato a Tel Aviv, a Berlino, a Norinberga, a Bruxelles, a Barcellona, a Dubrovnik ed in moltissime città d’Italia. Insomma abbiamo passato un anno intero cantando.

  • Naturalmente in queste tournee non andavi da solo?
Andavo con i miei amici cantori, Andrea Sacco, Antonio Maccarone e qualche altro. Poi i compagni miei si sono fatti più anziani e allora si sono avvicinati dei giovani che volevano imparare come si canta per portare avanti gli antichi canti di Carpino. Ed ora è da una quindicina d’anni che giro l’Italia con questi giovani, tant’è vero che il 19 aprile passato siamo stati a Torino con i ragazzi a ritirare un premio, così cerchiamo ancora di portare avanti la nostra tradizione...

  • Senti Antonio, per tenere a mente i canti di Carpino hai dovuti scriverli. Quindi sei andato a scuola.
No, io a scuola non ci sono andato quando era il tempo, perché impegnato con le pecore e la vita di campagna. Però quando mi sono fatto grande sono andato qualche anno alla scuola serale. Ma già quando guardavo le pecore tenevo la penna ed il quaderno. Le persone mi dicevano di scrivere qualcosa, ad esempio scrivi Carpino, scrivi Foggia ed io scrivevo qualunque cosa mi dicevano e poi l’imparavo, così piano piano ho imparato a fare qualche cosa, non un granché, ma qualche cosa, le cose mie le so fare…

  • Allora in un primo momento ti sei avvalso del ricordo orale, poi invece piano piano ti sei esercitato…
Veramente tren’anni fa venne da Monte Sant’Angelo il professore Francesco Nasuti, che si occupa di teatro, e mi disse: “Antonio visto che sei abbastanza appassionato di canti antichi, perché non fai la raccolta di tutti i canti paesani”. Così io mi sono messo in giro per il paese e agli uomini più anziani domandavo: “Sai qualche canzone paesana?”, riuscendo a raccogliere due o trecento canzoni, che ho passato al professore Nasuti e lui ne ha fatto un libro.

  • C’è qualche canto che hai composto tu?
No, io sono solo cantante.

  • Nei tuoi canti spesso è presente il tema della donna.
Sì, è vero. Ma i canti popolari sono soprattutto dedicati alla donna. I nostri canti sono canti d’amore, che il giovane rivolge alla donna di cui è innamorato.

  • E com’era, ai tuoi tempi, il rapporto tra uomo e donna?
Eh, non era come oggi. Innanzitutto ai miei tempi l’uomo non la poteva vedere la propria ragazza realmente. La vedeva solo da lontano, quando quella andava in chiesa; qualche volta la vedeva un po’ di contrabbando, ma raramente perché se questo accadeva si riempiva il paese e per non farsi parlare ognuno si manteneva, dovendo conservare l’onestà fino al matrimonio. Io per esempio mi sono sposato a vent’anni e mia moglie ne aveva diciotto. Ho conosciuto mia moglie solo dopo il matrimonio. Prima non ci ho mai parlato.

  • Ma davvero?
Sì, le ho fatto solo la dichiarazione d’amore.

  • Ah, almeno quella l’hai rivolta a lei?
No, a lei no. L’ho fatta ad una zia, che abitava lì vicino, quella ha portato l’ambasciata, mi ha dato la risposta di sì e poi abbiamo preso a scriverci, sempre tramite la zia che dava la lettera alla mia fidanzata che mi rispondeva tramite questa donna….

  • Eh, però qualche contatto pure sfuggiva…
No, no, no, no, niente! Non ci ho mai parlato, solo la vedevo in chiesa o quando andava in campagna, perché tutti allora lavoravano, anche le donne. La mattina qui era una fiera, uomini e animali tutti in movimento per dirigersi alla campagna. In città rimanevano solo i cucitori, i barbieri e qualche negoziante. Il resto del paese, tutto in campagna. Quando poi ci siamo sposati, dopo la festa ci hanno portato alla casa nuova, sono venuti i compagni miei per la serenata e, quando sono andati via chiudendo la porta, io ci ho tirato giù la sbarra. Allora sono andato da lei, che stava pensierosa perché si vergognava, e presi ad accarezzarla, poi piano piano cominciai a toglierle qualche indumento da dosso e così, una volta spogliata, abbiamo fatto l’amore.

  • Ah!
Embè!


  • Antonio ho visto che suoni benissimo le nacchere. Chi ti ha insegnato?
Le nacchere sono uno strumento che si è sempre suonato. Io non saprei cantare senza le nacchere, perché quelle danno il tono al canto. Però la musica non me l’ha insegnata nessuno. Io sono un cantore con nacchere ed è l’uso che mi ha insegnato a suonarle; so anche fare qualcosa con la chitarra battente, però non sono bravo.


  • Hai cantato parecchie volte con Eugenio Bennato?
Eh, ho cantato tante volte. Ultimamente ho cantato insieme a lui a San Vito dei Normanni. E ho cantato pure con Teresa De Sio, parecchie volte. Purtroppo non posso cantare più con i miei vecchi amici cantori. Tutti deceduti. È morto prima Andrea Sacco, poi Maccarone, l’anno scorso.


  • Essere rimasto l’ultimo dei cantori di Carpino ti fa ricordare con nostalgia i tempi passati?
Sì, mi dispiace per i compagni che non ci sono. Ma io non mi faccio prendere dalla nostalgia perché ho sempre voglia di cantare, se fosse possibile vorrei cantare tutte le sere, quello è il mio divertimento.


  • Però Antonio, ora occorre lanciare nei canti anche qualche giovane bravo di Carpino.
Mo’ ti voglio dire una cosa. I giovani amano sentire i canti popolari, ma non amano impegnarsi molto in questo lavoro. Qualche donna invece si sente cantare bene. Io sono anche stato chiamato parecchie volte a scuola per insegnare qualcosa ai ragazzi e farli appassionare ai canti della tradizione. Il mio desiderio è che i giovani portino avanti i nostri canti popolari.

  • Un’ultima domanda. La bellissima Ninna Nanna di Carpino, secondo te, com’è nata?
Ascolta. A Carpino non tutte le madri avevano una culla. Allora chi non ce l’aveva, usava una mezza sedia, si metteva il figlio in braccio e cantava la ninna nanna, facendo avanti e dietro sulle gambette di legno fino ad addormentare il bambino. Questa ninna nanna io la canto sempre, l’ho imparata da bambino e non manco mai, mai, mai di cantarla.

  • Quando te la sento cantare mi faccio prendere dalla commozione…
E pure io. Mentre la canto devo stare attento giacché sono in pubblico e se non mi trattengo mi scappa il pianto… perché mi ricordo che sono vissuto senza la mamma e a me la ninna nanna non me l’ha mai cantata nessuno.


Finisce qui, con il fazzoletto che raccoglie le lacrime di un uomo buono, la mia intervista ad Antonio Piccininno, 95 anni, ultimo cantore di Carpino, memoria storica della tradizione popolare.
Sto per augurargli lunga vita fino a cent’anni, ma per lui non posso farlo e debbo allungarla almeno fino a centocinquanta.
Con la fibra e la lucidità che si ritrova potrebbe anche arrivarci.





***



GARGANISTAN MOVEMENT
AUGURA AL CARO ANTONIO PICCININNO
I PIU' SENTITI AUGURI PER IL SUO SECOLO
E
UN GRAZIE IMMENSO PER QUEL CHE SEMINA NELLA NOSTRA TERRA.

AUGURI!

Garganistan 2016



http://www.italomagno.com/Articoli/FinestraCitta/carpino.htm
http://amaraterra.blogspot.it/2011/07/due-anni-fa-ci-lasciava-antonio.html#axzz40RWusi2w

martedì 9 febbraio 2016

LA PETROCELTIC RINUNCIA AL PERMESSO NEL MARE DELLE ISOLE TREMITI

Roma, 9 febbraio 2016
Oggi la società petrolifera Petroceltic ha presentato al Mise l’istanza di rinuncia in merito al permesso di ricerca B. R274.EL concesso dal Ministero per lo Sviluppo Economico  nel Mare Adriatico meridionale, a largo delle Isole Tremiti.


Lo annuncia la stessa società, che sottolinea come "essendo trascorsi 9 anni dalla presentazione dell'istanza, periodo durante il quale si è registrato un significativo cambiamento delle condizioni del mercato mondiale, Petroceltic Italia ha visto venir meno l'interesse minerario al predetto permesso".

La Petroceltic poteva beneficiare del permesso su un’area di 373,70 km quadrati per sei anni rinnovabili e autorizzata a compiere ricerche petrolifere in mare, con la tecnica AIR GUN molto dannosa per i cetacei

Il pericolo scampato è che la Petroceltic avrebbe potuto realizzare un pozzo esplorativo a ben 40 chilometri dalla costa e a soli 26 chilometri dalle Isole Tremiti.

Essendo di parte e comunque siano andate le cose siamo molto soddisfatti della scelta della Petroceltic e questo non fermerà comunque la nostra lotta alle trivellazioni in mare.


Garganistan NO TRIV




TRATTO DAL SITO DELLA PETROCELTIC



Il Movimento Garganistan
è impegnato in prima persona alla
lotta contro le prospezioni ed eventuali trivellazioni petrolifere al largo del Gargano.


UNISCITI A DIFENDERE IL NOSTRO MARE
Garganistan 2016

domenica 31 gennaio 2016

Assemblea Nazionale REFERENDUM NO TRIV !!! Roma,14 Febbraio 2016

Assemblea Nazionale 
REFERENDUM NO TRIV !!!
Roma - Parco delle Energie - Via Prenestina, 173
domenica 14 febbraio 2016, ore 10-17


Care/i Tutte/i,
oramai ci siamo; dopo:

- il deposito in Cassazione dei sei quesiti referendari, voluto da 10 Regioni e da oltre 200 associazioni, rappresentative dell'anima più democratica ed innovatrice del nostro Paese;

- il duplice pronunciamento della Corte di Cassazione, necessitato dalle modifiche normative introdotte con la Legge di Stabilità con cui si è consumato, nell'insuccesso, il tentativo eversivo del Governo di azzerare tre dei sei quesiti e di eludere, quindi, il Referendum nel suo complesso;

- la sentenza della Consulta che ha ritenuto ammissibile il quesito sull'art 35, comma 1, della Legge n. 134/2012, come riscritto dagli emendamenti;

- il deposito del ricorso per conflitto di attribuzione presso la Corte Costituzionale da parte di sei Regioni, che potrebbe recuperare a referendum altri due importanti quesiti (Piano Aree e durata titoli);

- la definizione della domenica utile per il voto, che verrà resa nota in una data compresa tra il 10 ed il 15 febbraio prossimi;

- l'avvio della campagna per l’esercizio del diritto di voto in unica tornata elettorale (Election Day),

è giunto il tempo di ragionare e decidere assieme quali passi compiere per praticare e favorire la costruzione di un percorso unitario, democratico, partecipato e vincente, finalizzato al raggiungimento del quorum ed al successo del “Sì” alle abrogazioni proposte.

Tutto questo, ovviamente, tenendo sempre ben presente il valore dell’unione delle tante lotte e delle diverse proposte territoriali ed associative; la connessione del Movimento No Triv con le organizzazioni impegnate nelle campagne referendarie di prossima definizione -a partire da quella per il “No”al referendum sulla Revisione Costituzionale-; il funzionale rapporto con le organizzazioni sindacali sostenitrici.

Nel confermare, quindi, che l'Assemblea Nazionale "Referendum No Triv!!!" avrà luogo domenica 14 febbraio 2016, ore 10, in Roma, presso il Parco delle Energie, Via Prenestina, n. 173, si propone la seguente articolazione di massima del programma dei lavori, suscettibile comunque di modifiche ed integrazioni:

-          Valutazione della situazione politica e comunicativa in atto;

-          Individuazione e definizione di criteri condivisi per la conduzione di una campagna capillare e coinvolgente, sia per quanto riguarda la comunicazione/informazione sia per quanto concerne le attività e le modalità di autofinanziamento (contributi, volontariato per la raccolta fondi, organizzazione di eventi pubblici quali, ad esempio, cene collettive, concerti, ecc.);

-          Individuazione e definizione di modalità operative finalizzate allo scopo;

-          Disponibilità a definire concrete ed efficaci modalità di coordinamento territoriale per la conduzione della campagna referendaria (comunale, di area, provinciale, regionale);

-          Individuazione di eventuali commissioni/gruppi di lavoro per aree e regionali, nonché di soggetti referenti che diano la propria disponibilità.

Confidando di ritrovarci a Roma più determinati e più forti di prima, per ragioni organizzative si attende cortese conferma di partecipazione all'indirizzo: referendumnotriv@gmail.com.

Un abbraccio No Triv.

Roma, 31 gennaio 2016
Coordinamento Nazionale No Triv


Il Movimento Garganistan
è impegnato in prima persona alla
lotta contro le prospezioni ed eventuali trivellazioni petrolifere al largo del Gargano.


UNISCITI A DIFENDERE IL NOSTRO MARE 





LA PUGLIA E' NO TRIV!

31/01/2016
Oggi a Foggia, presso Palazzo Dogana, si è svolta la conferenza dei sindaci aderenti al prossimo referendum NO TRIV.

Accreditati 53 sindaci pugliesi, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano con assessori e consiglieri, i presidenti delle province di Lecce e Brindisi, la Basilicata con il presidente del consiglio regionale lucano Piero Lacorazza, 9 presidenti di provincia della Puglia, Molise e Basilicata e  varie associazioni e movimenti ambientalisti tra cui Garganistan Movement, il Comitato per la Tutela del Mare del Gargano e il Comitato NO TRIV San Giovanni Rotondo, all’appello sono mancati i parlamentari tutti!

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano annuncia:
"Oggi comincia la campagna referendaria e lo dico subito: non sarà una battaglia politica ma istituzionale. Nessuno la colori di connotazioni politico-elettorali.
Anche la Regione Puglia si doterà di un comitato promotore pugliese, finanziato dalla Regione stessa. È la prima volta che accade. Questo referendum lo stravinciamo. E nessuno si sogni di boicottarlo: potrebbe essere devastante per il referendum sulle riforme costituzionali".
Non siamo mai stati convocati a Palazzo Chigi per discutere di queste cose. È questa la rivoluzione, il cambiamento che si vuole? Eliminare ogni forma di discussione e di democrazia, riservando le decisioni a pochi? È questo lo schema per determinare il futuro dell'Italia? Il Paese non si governa in questo modo.”

Il referendum, che potrebbe tenersi il 17 aprile secondo le prime previsioni, chiamerà gli italiani ad esprimersi sull'unico quesito rimasto in vita, quello sulla durata dello sfruttamento dei pozzi petroliferi esistenti.

La conferenza dei sindaci ha approvato all'unanimità un ordine del giorno anti-trivelle che ricalca in gran parte il documento approvato nella prima mobilitazione a Manfredonia, lo scorso 18 gennaio c.m., nella parte in cui rifiuta le trivellazioni ed esalta le peculiarità ambientali e turistiche delle regioni costiere.

http://www.teleradioerre.it/foggia/97019/Trivelle,-Emiliano-mortifica-Renzi-Cos-lo-vuoi-governare-questo-Paese

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martedì 26 gennaio 2016

MANIFESTAZIONE NO TRIV A FOGGIA IL 31/01/2016

L’appuntamento è per il 31 gennaio alle ore 11.00, presso la sede storica della Provincia a Palazzo Dogana, congiunta con l’Assemblea dei Sindaci.


Le Province ed i Comuni adotteranno un atto congiunto per la salvaguardia del Mar Adriatico.


Le adesioni alla manifestazione e gli interventi di artisti, musicisti e personaggi dello spettacolo, possono essere concordati scrivendo alla mail:

 antitrivelle31gennaio@gmail.com


Il Movimento Garganistan
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mercoledì 20 gennaio 2016

IL REFERENDUM NO TRIV CI SARA’!

Comunicato Stampa Coordinamento Nazionale No Triv
Roma, 19 gennaio 2016
  
LA CORTE COSTITUZIONALE DA' RAGIONE
AI MOVIMENTI E ALLE REGIONI REFERENDARIE, 
E AMMETTE IL QUESITO SUL MARE.
CON IL CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE 
POSSIBILE RECUPERARE ALTRI DUE QUESITI.

Il Coordinamento Nazionale No Triv apprende con grande soddisfazione che la Corte Costituzionale ha ammesso il quesito referendario sul mare, così come riformulato dalla Corte di Cassazione.

I cittadini saranno chiamati a esprimersi per evitare che i permessi già accordati entro le 12 miglia possano proseguire anche oltre la scadenza, per tutta la “durata della vita utile del giacimento”. Rimane fermo il limite delle 12 miglia marine, all’interno delle quali non sarà più possibile avviare alcun procedimento.

La sentenza della Corte Costituzionale dimostra come le modifiche alla normativa apportate dal Governo in sede di Legge di Stabilità non soddisfacevano i quesiti referendari e, anzi, ne rappresentassero sostanzialmente un tentativo di elusione.

"Nei prossimi giorni" - dichiara Domenico Sampietro del Coordinamento - "con il Conflitto di attribuzione nei confronti del Parlamento promosso da sei Regioni, cercheremo di restituire ai cittadini altri due quesiti: sulla durata dei permessi, e sul Piano delle Aree.”

Il Piano delle Aree, abilmente abrogato dal Governo in Legge di Stabilità, è quello strumento che obbliga Stato e territori a definire e concordare insieme quali sono le aree in cui è possibile intervenire. Uno strumento di concertazione fondamentale, soprattutto in vista del referendum costituzionale del prossimo autunno, che potrebbe accentrare il potere in materia energetica nelle mani dello Stato.


*** 

Petrolio, Matteo Renzi irritato dal referendum 'No triv':
il premier esclude l'election day e prepara la sua campagna

***



TRATTO DA “LA STAMPA”

LE REGIONI CANTANO VITTORIA
Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, Pd, annuncia che «la campagna referendaria inizia da subito» e dice al premier Renzi che «dev’essere contento perché quando il popolo irrompe sulla scena della democrazia, chi è iscritto al Pd dev’essere contento per definizione». Il presidente leghista del Veneto, Luca Zaia, dichiara che ora «i cittadini potranno dire no a una sciagura».

Dalla Basilicata, capofila delle regioni referendarie, il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, Pd, parla di «importante passo avanti» e «vittoria degli enti locali a difesa dei principi costituzionali e dei diritti dei cittadini».

NUOVO FRONTE PER IL GOVERNO  
Si apre un altro fronte per il governo, dopo la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare ammissibile il referendum anti-trivelle sulla durata delle licenze: o esecutivo e Parlamento metteranno mano alla materia - spiega l’avvocato Stelio Mangiameli, che ha rappresentato le istanze delle nove Regioni promotrici - oppure la consultazione referendaria ha ormai la strada spianata. Il governo, da parte sua, fa filtrare la propria posizione: chiunque vinca il referendum, non ci sarà alcuna nuova trivellazione. Smentite, per ora, indiscrezioni secondo cui sarebbe allo studio un provvedimento ad hoc sulla durata delle concessioni di estrazioni già esistenti. 

IL QUESITO FONDAMENTALE  
Il governo era già corso ai ripari dopo che le proposte di referendum, in tutto 6, avevano avuto l’imprimatur della Cassazione; e con la legge di Stabilità aveva rimesso mano alle norme sulle trivelle contenute nello Sblocca Italia, recependo molte delle richieste avanzate dai referendari. Infatti i quesiti sono dovuti tornare sotto la lente della Cassazione che l’8 gennaio, alla luce delle modifiche normative apportate, ne ha dichiarato ammissibile uno solo: quello sulla misura che stabilisce che le concessioni petrolifere già rilasciate durino fino a esaurimento dei giacimenti, traducendosi un prolungamento sine die. Oggi è stata la volta della Corte Costituzionale, che ha dichiarato ammissibile questo referendum e improcedibili gli altri cinque già rigettati dalla Cassazione. Ma il referendum “sopravvissuto” riguarda un tassello centrale. 

LA BATTAGLI CONTINUA  
Non solo. Sei Regioni si preparano a proporre alla Corte Costituzionale un conflitto d’attribuzione nei confronti della Cassazione per la “bocciatura” di due referendum: quello sul piano aree delle attività estrattive, su cui i governi regionali vogliono avere voce in capitolo; e quello sulla durata dei titoli, con l’obiettivo di eliminare le proroghe e sostituirle con le gare. Il costituzionalista Enzo Di Salvatore, vicino ai No-Triv, traduce il risultato in termini calcistici: «Al momento il fronte referendario è sul 4-2 con Renzi». Il governo, aggiunge, non è riuscito nell’intento di «far saltare i referendum per non sovrapporli alle amministrative». E, «se passa il conflitto sul ripristino del Piano Area, a quel punto abbiamo messo una bella ipoteca sullo stop alle trivelle in mare Adriatico per sempre».  


***


Comunicato Stampa
delle Associazioni Greenpeace, Legambiente,
Marevivo, Touring Club Italiano e WWF Italia.

Roma, 19 gennaio 2016    
                                                                                
LA CONSULTA DA AI CITTADINI LA PAROLA DECISIVA SULLE TRIVELLE
FALLITO IL PIANO DI RENZI PER SCONGIURARE IL REFERENDUM

“La Sentenza della Corte Costituzionale, che ha confermato il referendum sulle trivelle  sul quesito già “promosso” dalle Corte di Cassazione,  ci dà lo spunto per rilanciare richieste chiare al Governo: rigetto immediato e definitivo di tutti i procedimenti ancora pendenti nell’area di interdizione delle 12 miglia dalla costa (a cominciare da Ombrina) e una moratoria di tutte le attività di trivellazione a mare e a terra, sino a quando non sarà definito un Piano energetico nazionale volto alla protezione del clima e rispettoso dei territori e dei mari italiani”.

Con questo commento le associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring Club italiano e WWF accolgono il giudizio della Consulta, che conferma l’inefficacia del tentativo del governo di scongiurare il referendum sulle trivelle. La decisione della Corte Costituzionale chiarisce come quanto disposto con gli emendamenti alla legge di Stabilità lo scorso dicembre, benché segni un dietro front radicale (e positivo) del governo, non risolva - sulla questione della fascia marina off limits - il conflitto sollevato dalle Regioni contro la strategia fossile del governo Renzi.

Le associazioni ambientaliste fanno notare come la volontà del Governo di tutelare gli interessi dell’economia fossile (con le norme pro trivelle come con gli interventi per bloccare lo sviluppo delle rinnovabili) abbia creato un conflitto istituzionale senza precedenti nel Paese.

Pur di assecondare le lobby dei petrolieri, l’esecutivo Renzi aveva promosso forzature inaccettabili, come la classificazione delle trivellazioni come “opere strategiche” (dunque imposte a forza ai territori) e la creazione di servitù potenzialmente senza limiti di tempo, con concessioni prorogabili ad oltranza. Con le modifiche introdotte nella Legge di Stabilità 2016, grazie all’iniziativa referendaria, l’esecutivo di Renzi è stato in larga misura costretto a smentire se stesso.

La Corte Costituzionale oggi respinge di fatto i tentativi furbeschi messi in campo dal governo per eludere il merito della questione delle trivelle entro le 12 miglia; e rimette al giudizio dei cittadini quei meccanismi legislativi truffaldini con cui si è aggirato sino ad oggi un divieto altrimenti chiaro, lasciando campo libero ai petrolieri fin sotto costa.

La Corte Costituzionale ha quindi ritenuto che le affrettate modifiche governative non siano sufficienti e ha rimandato alla volontà popolare la decisione su quelle disposizioni del Decreto Sviluppo del 2012 (decreto legge 83/2012) che fanno salvi non solo i titoli abilitativi già rilasciati all’entrata in vigore della norma (cioè i diritti già acquisiti), ma anche i procedimenti autorizzativi in corso, conseguenti e connessi in essere a fine giugno 2010 nella fascia off limits delle 12 miglia. 

La modifica voluta dal Governo, pur eliminando la “sanatoria” sui procedimenti in corso, introduce una formula ambigua rispetto alla durata delle concessioni (per la durata di vita utile del giacimento).

Le Associazioni ambientaliste chiedono che nessuna nuova infrastruttura estrattiva possa essere realizzata in deroga a un Piano delle aree, da sottoporre a valutazione ambientale strategica, come stabilito dalla normativa comunitaria. E dichiarano tutto il loro impegno per la campagna referendaria, che da oggi ufficialmente, impegnerà tutte le energie positive del Paese nel tentativo di respingere l’assalto dei petrolieri ai nostri mari e i piani fossili del governo di Roma.
Dante Caserta
Vicepresidente WWF Italia ONLUS

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Il Movimento Garganistan
è impegnato in prima persona alla
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